Blog di protesta contro il sistema partitico che sta rovinando la Liguria, blog contro i dilettanti della politica che infestano la nostra Regione...

mercoledì 9 marzo 2011

Ricercatore sardo ottiene dalla placenta cellule del fegato

CAGLIARI. Il primo ad accorgersene è stato Prometeo, legato a una roccia e vittima delle tortura inflittagli da Zeus: un'aquila gli dilaniava il fegato che, durante la notte, gli ricresceva. Per il mito greco, immortalato da Eschilo, si trattava di una punizione. Per la scienza invece di una possibilità: le cellule di questo organo possono rigenerarsi, ma a patto che si sappia innescare questo meccanismo.

Un passo avanti in questa direzione l'ha fatto Fabio Marongiu, giovane ricercatore (ha 31 anni) dell'istituto di Patologia generale della facoltà di Medicina di Cagliari: è riuscito a ottenere epatociti, cellule del fegato, partendo da quelle isolate dalla placenta. Si tratta - si legge nella letteratura scientifica - di un importante passo avanti verso l'individuazione di una o più strategie, sicure e riproducibili e alternative al trapianto di fegato, ad oggi l'unica terapia possibile per la cura delle patologie epatiche. Il rilievo del risultato è comprovato dalla pubblicazione su «Hepatology», una delle più autorevoli riviste del settore.

Il quadro della ricerca parte da una difficoltà diffusa: in generale non è facile trovare cellule epatiche in quanto l'unica fonte sicura sono gli stessi fegati che, però, sono gelosamente (e giustamente) custoditi per i trapianti, per cui ne è preclusa la loro utilizzazione a scopo sperimentale. Da qui la necessità di «inventare» altre metodologie. «L'idea di utilizzare cellule della placenta e in particolare della membrana amniotica - spiega Marongiu - nasce dal fatto che questo tessuto, essendo anch'esso di origine embrionale, è costituito da cellule di notevole plasticità: in grado di differenziarsi in cellule di altro tipo».

Uno dei settori più promettenti e gettonati della ricerca punta sullo studio della rigenerazione dei tessuti: in questo modo potrebbero curarsi gravi patologie e sostituire parti del corpo più o meno amputate. Tutto prende avvio dallo studio delle cellule staminali: che ancora non si sono sviluppate e che è possibile far diventare grandi in un modo (come cellule di un occhio, ad esempio) o in un altro (come componenti della pelle) ecc. «In questo settore - continua Marongiu - lo studio si è sviluppato soprattutto in due direzioni: nella sperimentazione delle cellule embrionali, da un lato, e in quello delle pluripotenti indotte. In quest'ultimo caso si utilizzano cellule adulte che si cerca di far tornare allo stato staminale. Nel primo, invece, si tenta di capire i meccanismi che spingono una cellula embrionale (ancora in fase staminale) a crescere in un modo o in un altro».



Ma in entrambi i casi vi sono delle difficoltà: nelle pluripotenti il percorso da fare è ancora molto lungo e diversi problemi da risolvere; per le embrionali vi sono in Italia alcune limitazioni legislative e, in più, «anche scientifiche - precisa Marongiu - nel senso che queste cellule si riproducono di continuo e non è ancora chiaro il meccanismo che permette di frenare questo processo. Da qui l'individuazione, come abbiamo fatto noi, di strade alternative».

Fabio Marongiu, che lavora assieme all'equipe di Ezio Laconi (docente di Patologia generale), ha svolto ricerca per due anni anche alla University of Pittsburgh, negli Usa, assieme a un numero uno del settore: Stephen Strom. In America è atterrato nel 2007, poco dopo la laurea e grazie al programma Master and back, le borse di studio regionali che permettono ai laureati di fare esperienza di studio all'estero. Ma il futuro di Marongiu non è detto che sia in Sardegna: ora è «assegnista di ricerca», ovvero ha una «borsa» che gli viene dall'università, ma è un precario.

«Io preferirei poter restare nell'isola - spiega - ma con questa riforma non sono in grado di dire come potrà andare a finire». La ricerca, però, prosegue: «A Cagliari ho continuato le linee di progettazione iniziate a Pittsburgh - precisa - ma il lavoro da fare è ancora molto. Il nostro obiettivo è rendere ripetibile per tutti la nostra metodologia. In secondo luogo, arrivare a creare un numero elevato di epatociti in modo che possano essere introdotti nel fegato malato per riprodurre le cellule sane. Ma prima di arrivare all'uomo sarà necessario continuare la sperimentazione negli animali, attualmente fatta in topi e ratti. Dovremo passare a specie animali più grandi».
http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2011/03/09/news/ricercatore-sardo-ottiene-dalla-placenta-cellule-del-fegato-3637880

FINALMENTE UNA BUONA NOTIZIA!!! VIVISSIMI COMPLIMENTI A FABIO MARONGIU.

Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari

Tea Party Italia

Il movimento Tea Party Italia ha adottato come suo slogan ufficiale: "Meno tasse, più libertà!". Una formula semplice che tuttavia racchiude tutte le rivendicazioni che intendiamo portare avanti.Ci poniamo innanzitutto contro l'esosa tassazione italiana: quel fisco che diventa un vero e proprio socio invisibile che pretende - e ottiene, sotto la minaccia del ricorso alla forza - oltre il 50% del frutto del nostro lavoro, del nostro impegno e del nostro tempo, rubandoci così la speranza di un futuro in cui vogliamo essere i soli protagonisti delle nostre vite.Chiediamo una riforma fiscale che miri ad un taglio netto delle tasse e che permetta dunque a tutti (lavoratori autonomi e dipendenti) di avere più soldi in tasca a disposizione per scegliere servizi offerti in regime di libero mercato e non imposti dall'alto.Il movimento Tea Party Italia reclama l'autonomia personale e la responabilità individuale di ciascuno: lo stato italiano ci tratta come bambini da educare (se non plagiare), tener buoni e far finta di proteggere. Bambini a cui non è consentita nemmeno la possibilità di provare ad essere responsabili di se stessi, ma che devono essere indirizzati a servizi, ideologie, informazione e istruzione già predefinite.Vogliamo che lo stato ci tratti invece da adulti: vogliamo la libertà di scegliere scuola, e sanità, pensioni e la facoltà di vivere in paese in cui vige la regola del libero mercato e non del clientelismo e dell'apparato.Vogliamo che i nostri successi e i nostri fallimenti siano da imputare esclusivamente a noi stessi e non a qualcuno che vorrebbe governare dall'alto le nostre vite.Noi diffidiamo dallo stato che dice di agire "per il nostro bene", perchè crediamo di essere gli unici a sapere cosa è bene per noi stessi.Vogliamo, in sintesi, più libertà: che spesso si può tradurre in "meno stato" nelle nostre vite. Non un governo migliore, ma un governo che governi meno."Il nostro Progetto di Libertà" - Manifesto dei Tea Party

Che cos' la Rivoluzione Digitale

Con rivoluzione digitale si intende la propagazione a macchia d'olio che hanno avuto i vari prodotti digitali e tutta quella serie di cambiamenti sociali, economici e politici avvenuti in merito all'avvento della digitalizzazione di gran parte degli accessi all'informazione. La rivoluzione digitale, avviata con la nascita del linguaggio binario comune a tutti i media che viene sempre più utilizzato per trasformare i mezzi di comunicazione tradizionali e per crearne di nuovi, ha contribuito a mutare profondamente il concetto di comunicazione. Grazie allo sviluppo di devices interattivi, quali il World Wide Web, digitale terrestre, smartphone, si è assistito alla proliferazione e alla moltiplicazione di canali d'accesso all'informazione che hanno cambiato le modalità in cui avviene l'atto comunicativo. La rivoluzione digitale ha, inoltre, mutato enormemente l'approccio alla cultura, al lavoro e al tempo libero: in tutti gli ambiti della vita sociale è diventata indispensabile e ovvia la digitalizzazione dell'informazione. Non si tratta dunque di un evento tecnologico che fa discutere il mondo della ricerca, ma ormai è un avvenimento che guida la trasformazione della società in tutte le sue forme. Cambia il rapporto tra le persone, modifica la comunicazione tra lo Stato e i cittadini e porta grandi trasformazioni al mondo del lavoro.

La rivoluzione digitale ha come punto di partenza il computer che non è solo principalmente uno strumento per rappresentare in forma statica i dati, ma diventa uno strumento potentissimo per lavorare sull'informazione. La convergenza al digitale (trasformazione dell'informazione in formato digitale) è il fulcro della rivoluzione digitale con cui le informazioni di tipo diverso vengono scritte attraverso lo stesso linguaggio di base (il linguaggio dei bit) e gestite attraverso lo stesso strumento (il computer). La convergenza al digitale (intesa come il progressivo trasferimento verso il formato digitale di tipologie diverse di informazione tradizionalmente collegate a media diversi) rende possibile una integrazione strettissima e totalmente inedita fra codici e linguaggi estremamente lontani tra loro. Questo processo non è da considerare come il frutto automatico di un mero progresso tecnologico; dal momento che esso coinvolge direttamente i modi di rappresentare, scambiare e organizzare l'informazione, la rivoluzione digitale non va intesa come una semplice riformulazione in un linguaggio nuovo di una realtà preesistente: ha forme nuove rese possibili dalla tecnologia, ma è frutto di scelte che non sono né unicamente né principalmente tecnologiche.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

La mia foto
Ed Wood è un cinico che non crede più a niente se non al suo lavoro e a qualche persona. Giovanissimo inizia a fare politica e ha peregrinato in vari movimenti in cerca di risposte.Un'esperienza politica traumatica in un movimento di dilettanti lo ha fatti riflettere sul futuro della politica e della sua terra ed è per questo che ha deciso di intraprendere la protesa diigitale in quanto internet, a differenza di televisione, radio e giornali, è veramente libero. Non ci potranno mai imbavagliare!!!


Post più popolari

Cerca nel blog

Powered by Blogger.

Pagine

Visualizzazioni totali