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giovedì 10 marzo 2011

L’Inflazione E’ Qui, e Le Cose si Metteranno Male

L’Inflazione E’ Qui, e Le Cose si Metteranno Male

InECONOMIA, INFLAZIONE su 10 marzo 2011 a 18:32
Notizie proprio di qualche giorno fa, l’inflazione in Italiaha fatto un balzo arrivando al 2,2%. Curiosa la cosa. Se vengono aumentate le tasse, moccoli e incazzature scorrono a fiumi; aumenta il tasso d’inflazione e le persone fanno concorrenza al Dalai Lama per tranquillità e calma serafica. Sono sempre le conseguenze non viste che ti fottono peggio ed alla grande. Sul fronte americano, invece, Bernanke sbandiera di avere “la situazione sotto controllo“; alle famose 3 exit strategy di Jackson Hole si è aggiunta la quarta: in caso strategie alla cieca, guardare prima dietro l’angolo e poi svoltare. Ma si! Un pò di inflazione fa proprio “bene”, tanto sono sempre i soliti fessi che ci rimettono.
__________________________________________
di Frank Shostak
Comparato al settembre dell’anno scorso, il momento di crescita degli indici dei prezzi mostra un visibile rafforzamento. Anno dopo anno il tasso di crescita dell’indice dei prezzi al consumo (CPI) è salito al 1,6% a gennaio da un 1,5% del mese precedente e 1,1% nel settembre dell’anno precedente. Anche il momento di crescita dell’indice dei prezzi al consumo meno cibo ed energia si è rafforzato nei mesi recenti. Il tasso annuale di crescita è salito al 1% da uno 0,8% a dicembre ed uno 0,6% ad ottobre.
Gli economisti hanno dato la colpa per gli aumenti negli indici dei prezzi a prezzi più alti dell’abbigliamento, dei biglietti delle linee aeree e dei costi degli asili. Da notare che tentare di spiegare gli aumenti generali nei prezzi in termini di componenti dell’indice dei prezzi non è una spiegazione, perchè non si riferisce alle cause principali. …
L’inflazione riguarda gli Aumenti dei Prezzi?
Il problema fondamentale qui è un fallimento nella definizione appropriata del problema. L’essenza dell’inflazione non è un generale aumento dei prezzi ma un aumento nell’offerta di denaro, che a sua volta mette in azione un aumento generale nei prezzi di beni e servizi.
Come Mises ha spiegato nel suo saggio “Inflation: An Unworkable Fiscal Policy“:
«L’inflazione, come questo termine è sempre stato usato ovunque e specialmente in questo paese, vuol dire aumento nella quantità di denaro, banconote in circolazione e la quantità di depositi bancari dotati di assegni. Ma le persone usano oggi il termine “inflazione” in riferimento al fenomeno che è un’inevitabile conseguenza dell’inflazione, ovvero, la tendenza di tutti i prezzi e saggi salariali a salire. Il risultato di questa deplorevole confusione è che non esiste più un termine per indicare la causa di questo aumento nei prezzi e nei salari. Non c’è più una parola disponibile per indicare il fenomeno che è stato, finora, chiamato inflazione. [...]
Non potendo parlare di qualcosa che non ha nome, non la si può combattere. Coloro che pretendono di combattere l’inflazione stanno difatti combattendo quello che è un’inevitabile conseguenza dell’inflazione, l’incremento dei prezzi. Le loro iniziative sono condannate a fallire perchè non attaccano la radice del male. Provano a mantenere i prezzi bassi mentre sono saldamente impegnati in una politica di incremento della quantità di denaro che deve necessariamente farli salire rapidamente. Finchè questa confusione terminologica non sarà completamente spazzata, non ci può essere alcun modo di fermare l’inflazione.»
Ora il prezzo di un bene è la quantità di denaro chiesta per quel bene. Pertanto per una data quantità di beni, più denaro ci sarà nell’economia più alta sarà la quantità di denaro spesa per bene, restando uguali le altre cose. Ciò vuol dire che per una data quantità di beni, un aumento nell’offerta di denaro, per esempio, nella quantità di dollari, restando tutte le altre cose uguali, deve condurre a più dollari spesi per unità di beni, per esempio, un aumento generale nei prezzi dei beni.
Quando l’inflazione è vista come un generale aumento nei prezzi, allora qualsiasi cosa che contribuisce agli aumenti dei prezzi è chiamato inflazionistico. Non sono più la banca centrale ed il sistema a riserva frazionario che sono le fonti dell’inflazione, ma piuttosto varie altre cause. In questa struttura non solo la banca centrale non ha nulla a che fare con l’inflazione, ma, al contrario, la banca è vista con una combattente dell’inflazione.
Così un calo nella disoccupazione o un aumento nell’attività economica sono visti come un potenziale innesco inflazionistico che perciò devono essere contenuti dalle politiche della banca centrale. Alcuni altri inneschi, come gli aumenti nei prezzi delle merci o nei salari dei lavoratori, sono considerati come potenziali minacce e perciò devono essere sempre tenuti sotto l’occhio vigile della banca centrale.
Noi suggeriamo che il massiccio pompaggio della FED durante il 2008 fino a settembre 2009, ed il conseguente aumento nel momento di crescita dell’offerta di denaro (AMS), è il fattore chiave dietro l’attuale rafforzamento dell’inflazione nei prezzi. Da osservare che il tasso annuale di crescita del bilancio della FED era al 153% a dicembre 2008 mentre il tasso annuale di crescita dell’AMS è saltato al 14,3% ad agosto 2009.
La Definizione Popolare Non Può Spiegare Perchè l’Inflazione E’ un Male
Se l’inflazione è solo un generale aumento nei prezzi, allora perchè è considerata una cattiva notizia? Che tipo di danno può fare? Gli economisti mainstream sostengono che l’inflazione, che etichettano come aumento generale dei prezzi, causa acquisti speculativi i quali generano devastazione. L’inflazione, si sostiene, erode anche i guadagni reali dei pensionati e di chi ha un basso reddito e causa allocazioni errate di risorse.
Nonostante tutte queste affermazioni riguardo gli effetti collaterali dell’inflazione, l’economia mainstream non ci dice come tutti questi effetti dannosi sono causati. Perchè un aumento generale dei prezzi danneggia alcuni gruppi di persone e non altre? Perchè un aumento generale dei prezzi dovrebbe indebolire la crescita economica reale? Oppure, come l’inflazione conduce all’errata allocazione delle risorse? Per di più, se l’inflazione è solo un aumento nei prezzi sicuramente è possibile controbilanciare i suoi effetti nell’economia aggiustando le entrate di tutti in accordo con questi incrementi generali dei prezzi.
Tuttavia se accettiamo che l’inflazione è un aumento nell’offerta di denaro, e non un aumento dei prezzi, tutte queste affermazioni possono essere facilmente spiegate. Non sono i sintomi di una malattia ma piuttosto la malattia stessa che causa il danno fisico. Allo stesso modo, non è un generale aumento dei prezzi ma un incremento nell’offerta di denaro che infligge il danno fisico ai produttori di ricchezza.
Incrementi nell’offerta di denaro mettono in azione uno scambio di nulla per qualcosa. Deviano il reale finanziamento dai produttori di ricchezza verso i possessori del nuovo denaro creato. Ciò, non gli aumenti dei prezzi o cose simili, è quello che mette in azione l’errata allocazione di risorse. Per di più i beneficiari del nuovo denaro creato — ovvero, denaro creato “dal nulla” — sono sempre i primi riceventi del denaro, che possono deviare una grande porzione di ricchezza verso loro stessi. Ovviamente coloro che non ricevono il nuovo denaro creato o lo prendono per ultimi scopriranno che ciò che viene lasciato loro è una porzione diminuita del bacino reale dei fondi.
Inoltre i guadagni reali calano non a causa di generali aumenti dei prezzi, ma a causa di incrementi nell’offerta di denaro; in altre parole l’inflazione riduce il bacino reale dei fondi, minando perciò la produzione di ricchezza reale — ovvero, abbassando le entrate reali. Incrementi generali dei prezzi, successivi agli incrementi nell’offerta di denaro, puntano solo all’erosione del potere d’acquisto del denaro — sebbene di per loro gli aumenti generali dei prezzi non minano la formazione di ricchezza reale in quanto tali.
Contrariamente al pensiero popolare la preoccupazione della FED di mantenere la stabilità dei prezzi mantenendo gli aumenti del CPI in una fascia particolarmente accettabile, ad esempio al 2%, può effettivamente generare terribili sorprese. Per esempio, come risultato di una potente espansione monetaria e di un corrispondente forte incremento nella produzione di beni, i prezzi rimangono stabili. Nonostante questa stabilità, vari effetti collaterali terrificanti possono probabilmente generarsi dall’espansione monetaria. Perciò suggeriamo che i dirigenti delle politiche della FED prestino particolare attenzione alle fonti dell’inflazione monetaria, piuttosto che focalizzarsi sui sintomi dell’inflazione.
Oh, questo è quello che Rothbard scrisse:
«La maggior parte degli economisti disse che il fatto che i prezzi in generale fossero più o meno stabili durante gli anni venti non era di alcuna minaccia inflazionistica, e pertanto gli eventi della Grande Depressione li colpirono totalmente ignari.»[1]
Prospettive per l’Inflazione nei Prezzi
Quando il denaro è iniettato nell’economia, non influenza mai i prezzi dei beni istantaneamente. Visto che il denaro si muove da un mercato ad un altro, c’è un periodo di ritardo. Abbiamo stimato che negli Stati Uniti ci vogliono circa 36 mesi prima che i cambiamenti nell’offerta di denaro generino un effetto visibile nei prezzi dei beni in generale. Deve essere sottolineato che i ritardi sono variabili, ovvero, in alcuni periodi il ritardo potrebbe essere meno di 36 mesi, in altri periodi potrebbe essere più di 36 mesi.
Basandoci sul massiccio pompaggio monetario passato ed usando il ritardo di 36 mesi, possimo suggerire che il momento di crescita di tutto il CPI e del CPI meno cibo ed energia si consoliderà visibilmente e con molta probabillità nei prossimi mesi. Prevediamo che il tasso di crescita annuale del CPI potrebbe aumentare del 2,4% a settembre prima di saltare al 4,4% a dicembre. Anno dopo anno il tasso di crescita del CPI meno cibo ed energia si prevede che cresca del 1,5% a settembre prima di salire al 2,7% a dicembre. Il messaggio della nostra analisi monetaria è che ci sarà un crescente rischio di accelerazione dell’inflazione nei prezzi nei mesi prossimi.
Conclusione
Sin da settembre dell’anno scorso il momento di crescita dell’indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti ha mostrato un rafforzamento visibile.
Suggeriamo che il massiccio pompaggio monetario della FED durante il 2008 fino a settembre 2009, è il fattore chiave dietro il rafforzamento dell’inflazione nei prezzi.
Basandoci sul pompaggio monetario passato, ci aspettiamo che il momento di crescita del CPI si rafforzi ulteriormente.

[*] traduzione di Johnny Cloaca


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